Vaccini a domicilio anche a Burano e Sant'Erasmo
Domani e giovedì le somministrazioni nelle isole con le dottoresse Baita e Salvadori

Vaccini a domicilio per i medici di famiglia, domani e giovedì, anche a Burano e Sant'Erasmo. A consegnare e somministrare le dosi da inoculare nei pazienti con più di 80 anni impossibilitati a raggiungere da soli gli hub e i centri vaccinali saranno le dottoresse Laura Baita (nella foto) e Chiara Salvadori, la prima con ambulatorio a Burano, la seconda che presta servizio su entrambe le isole veneziane.
Come per altre zone della provincia con peculiarità particolari del territorio, non è stato facile organizzare l’attività, «ma alla fine – racconta la dottoressa Baita – cercando dei compromessi con l’azienda sanitaria, siamo riusciti a trovare il modo più semplice per portare i vaccini a domicilio anche nelle isole: le fiale mi saranno consegnate domani mattina al Lido, dove abito, dal direttore del Distretto 1 Mauro Zulian e le porterò con me, compiendo il consueto tragitto quotidiano per andare al lavoro».
Alle due dottoresse saranno consegnate fiale integre di vaccino Moderna, più facile da conservare: mercoledì si dedicheranno alle somministrazioni di Burano, dove saranno vaccinate 6 persone, giovedì a quelle di Sant'Erasmo, dove ad aspettare il siero ci sono 7 pazienti e ad accompagnarle in macchina, viste le dimensioni dell’isola non proprio ridotte, ci sarà anche il parroco. «Le dosi restanti, però – sottolinea ancora la dottoressa Baita – non andranno sprecate: abbiamo già individuato altre persone adatte a riceverle, come un mio assistito di 79 anni semi allettato e dei pazienti più giovani, di età compresa tra i 25 e i 40 anni, con disabilità particolarmente gravi». Con queste somministrazioni a domicilio si completerà la platea degli over 80 da vaccinare nelle due isole.
«Non c'è stata la possibilità – aggiunge la dottoressa Baita – di avere a disposizione un infermiere per questi vaccini a domicilio. Muoversi in coppia, allora, è stata una scelta ponderata e precisa per la sicurezza e serenità di tutti: sacrifichiamo gli ambulatori un paio di giorni perché è sempre preferibile non lavorare da soli in situazioni come questa».
Da superare, insomma, anche per questa iniziativa, i normali ostacoli che si frappongono tra un medico di medicina generale e la sua attività su un’isola. «La nostra vita professionale – racconta la dottoressa Baita – non è tanto diversa quella dei colleghi. La difficoltà oggettiva sono i trasporti: la nostra vita gira in funzione degli orari dei battelli. Io da casa all'ambulatorio ci metto un’ora e mezza, con un battello all'ora, che non posso permettermi di perdere. Io vivo Venezia, l'insularità, l’essere isolani da quando sono nata, quindi riesco a capire perfettamente le difficoltà dei miei pazienti. Per loro andare con i mezzi pubblici a piazzale Roma o addirittura al PalaExpo per fare il vaccino o anche all'ospedale dell’Angelo per qualche visita specialistica può significare perdere 2-3 ore o una mezza giornata».
Logico e naturale, allora, per i medici di famiglia, andare incontro ai loro pazienti. «Tanti mi chiedono – conclude la dottoressa Baita – chi me lo fa fare. Sono 17 anni che lavoro sull'isola e il rapporto che si crea con i pazienti è talmente profondo, li conosci così bene da individuare per ognuno di loro delle soluzioni personalizzate. È questo il valore aggiunto».
Si ricorda che durante le giornate di mercoledì 21 e giovedì 22 aprile le attività ambulatoriali dei medici di famiglia saranno sospese, grazie al sostegno dell'Ulss 3 Serenissima che attiverà la continuità assistenziale.