Valorizzare, anche economicamente, la figura del medico di famiglia, riconoscere la medicina generale come impresa solidale, con adeguati vantaggi fiscali, consolidare la rete degli ambulatori, concludere in fretta le trattative, finalmente avviate, per l’Accordo Collettivo Nazionale 2019-2021, un sì fermo alla convenzione, un no altrettanto fermo alla dipendenza e, non ultimo, rendere più attrattive sia la professione sia la formazione, come promesso dal ministro della Salute Orazio Schillaci: questi i capisaldi della mozione finale, votata all'unanimità, diffusa dalla FIMMG alla fine del suo 81esimo Congresso Nazionale, che si è svolto dal 2 al 7 ottobre a Villasimius in Sardegna, sul tema La medicina generale al bivio tra mura e cura. Investimenti e digitalizzazione nel rispetto dei valori umanistici e professionali.
«A noi il compito - ha sottolineato il segretario nazionale Silvestro Scotti alla fine dei lavori - di tracciare la strada e vincere le sfide che la professione pone. Ci troviamo ad affrontare un bivio importante ed è nostro compito trovare la strada per una medicina generale che fortifichi sempre più il rapporto con i pazienti, a prescindere dallo strumento tecnologico che la intermedierà. Dobbiamo fare in modo che il paziente possa sempre riconoscere in noi il proprio medico».
Al Congresso è stato anche eletto il nuovo esecutivo del settore speciale FIMMG Formazione, ora guidato da Francesca Brandi Seidita - che ha sottolineato: «Lavoreremo sulla scia dell’esecutivo precedente e opereremo in sinergia come una squadra» - e ha dato il via alla piena realizzazione del settore speciale Pensionati FIMMG, strumento fondamentale «perché attraverso l’enorme bagaglio di esperienza, culturale e formativo dei Medici in quiescenza sono risorsa preziosa per le politiche rivolte alla formazione, della previdenza e ordinistiche».