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Progetto Innova_FIMMG

Ufficio stampa • 17 maggio 2024

Riforma della Medicina Generale: 8 workshop per essere protagonisti del cambiamento

Essere protagonisti attivi del cambiamento della Medicina Generale: questo l’obiettivo principale di Innova_FIMMG il nuovo progetto di FIMMG Venezia presentato agli iscritti lo scorso 9 maggio al Park Hotel ai Pini di Mestre in una serata piena di energia e di entusiasmo.

Totalmente da ribaltare la prospettiva. «La domanda che dobbiamo farci – ha sottolineato subito il segretario provinciale Giuseppe Palmisano – non è tanto cosa può darmi il sindacato, ma cosa posso fare anch’io per il sindacato. Perché ognuno di noi è importante e può portare il suo contributo. In questo progetto abbiamo cercato di individuare tutti i possibili bisogni della nostra categoria: come possiamo andare incontro ai colleghi? Su quali problemi della loro vita quotidiana? Questo momento storico complesso deve diventare per noi un’opportunità».


Innova_FIMMG , allora, si propone come concreto strumento operativo per analizzare le criticità della vita professionale quotidiana del medico di famiglia e trovare risposte efficaci e condivise. Per farlo, ha spiegato la coordinatrice del progetto Benedetta Disarò, sono stati individuati 8 gruppi di lavoro, a cui gli iscritti possono chiedere di partecipare e che sono stati illustrati nel dettaglio durante la serata.


Si comincia dall’appropriatezza, di cui si parla sempre di più negli ultimi tempi e spesso a sproposito. «In realtà è un paravento – hanno spiegato i coordinatori Luca Barbacane e Gianfranco Smajato – dietro cui nascondere il vero problema della sanità pubblica, cioè la sostenibilità del sistema e delle cure. Ci danno tutte le colpe, ci hanno crocefisso in tutti i modi possibili sull’appropriatezza, ma è da sempre roba nostra». Il gruppo di lavoro, allora, si occuperà di consumismo sanitario e dell’analisi dei dati sulla spesa farmaceutica e specialistica per poterli confrontare con i report periodici inviati dalle aziende sanitarie.

Inappropriato a chi? Da che punto di vista? Le prescrizioni attribuite ai medici di famiglia sono sempre di loro iniziativa o vengono loro suggerite? Le nostre prescrizioni intasano il Servizio Sanitario Nazionale? E quante ne vengono fatte davvero e da chi? Sono solo alcune delle domande a cui si cercherà di dare risposta.

«Il primo suggerimento concreto che diamo – hanno aggiunto i referenti – è di registrare correttamente e puntualmente i dati nei nostri gestionali e di imparare ad estrarli perché questo ci consentirà di mettere in campo i nostri numeri e quindi di smentire i nostri detrattori. A ciascuno di noi interessa essere più appropriato possibile». (Per info su questo gruppo: barbaluca63@gmail.com)


Secondo workshop dedicato a un altro tema carissimo ai medici di famiglia, soffocati da una burocrazia ormai intollerabile: la semplificazione e la comunicazione. «Una missione possibile o impossibile? – si è chiesto Simeone Fabris, uno dei due referenti – Forse impossibile, ma questo non significa che ci si debba scoraggiare». Burocrazia indicata come uno dei grandi mali della professione, «che crea una serie di barriere e ci rende le cose sempre più difficili».

Chi deve produrre i documenti? Quando e come deve farli? Questi documenti sono dovuti? Sono utili? Sono efficaci? Queste alcune delle domande a cui si cercherà di dare una risposta attraverso l’analisi della modulistica – come ha spiegato con tanti esempi pratici, e anche provocatori, l’altro referente Isuf Disha – per arrivare a rivedere, semplificare e, dove possibile, anche abrogare i moduli stessi, se ridondanti, o i certificati nei diversi ambiti della Medicina Generale (INPS, INAIL, assicurazioni private, fondi sanitari). «All’inizio pensavo – ha raccontato ironico il dottor Disha – che ci fosse qualcuno che si dedicava a rendere più facile la vita di noi medici. Dopo 10 anni ho capito che appena c’è l’opportunità di introdurre un nuovo modulo, magari anche totalmente inutile… Perché no?».

Tra gli altri ambiti di lavoro: il sostegno ai giovani colleghi in formazione – «che non bisogna lasciare soli: bisogna accompagnarli e trasmettere loro la pratica clinica» – la comunicazione corretta e diretta tra colleghi e con i dipendenti della sanità pubblica, il rapporto che deve farsi più sinergico con l’Ordine dei Medici e l’analisi degli strumenti più idonei e rispettosi delle norme sulla privacy. «I temi sono tanti – hanno concluso i due coordinatori – e non si può fare tutto, ma tutto quello che può essere migliorato, lo possiamo ancora fare. Non è facile, ma noi non ci stiamo al declino di questa bella professione». (Per info su questo gruppo: simeonegaspare@libero.it).


Cooperativismo ed imprenditorialità i temi al centro del terzo gruppo di lavoro, coordinato dal dottor Luigi Xausa: aspetti della professione «forse un po’ freddi» e che, purtroppo, sfuggono ancora alla maggior parte dei medici di famiglia, ma che sono, invece, fondamentali. «Noi siamo – ha sottolineato il dottor Xausa – liberi professionisti con autonoma organizzazione e agiamo all’interno di una convenzione. Siamo come piccole imprese e dobbiamo condurre bene le nostre aziende per lavorare meglio e ottenere risultati. Certe cose, quindi, dobbiamo conoscerle. Quanti di noi, ad esempio, sanno come si valuta il costo di un’ora di un dipendente? Noi dobbiamo evolverci verso questa mentalità più imprenditoriale».

Il gruppo di lavoro, dunque, approfondirà i rapporti con le cooperative sanitarie, analizzerà costi e benefici relativi al personale medico, paramedico, amministrativo e lavorerà anche sui possibili investimenti in beni materiali e immateriali. «Dobbiamo capire – ha concluso il referente – dove possiamo agire in modo concreto».


Si occuperà, invece, di uno degli aspetti più complessi della clinica, la cronicità, il quarto workshop coordinato da Cristiano Samueli con Francesco Simioni e Christian Cirone. «Il nostro – ha spiegato il dottor Samueli – è un gruppo che parla un po’ di tutto» e che si occuperà di Pdta, Adp, Adi, AFT, Uccp e Case della Comunità, ma anche di realizzare un’analisi critica e un monitoraggio dei risvolti sanitari, logistici e amministrativi della riorganizzazione delle cure domiciliari. Si approfondiranno poi i rapporti con le aziende sanitarie, le associazioni locali – «che sono importantissime nel mondo sanitario e che dobbiamo ascoltare» – e con le amministrazioni comunali.

«In questo momento – ha aggiunto il referente – ci sono grossi problemi, ad esempio, sulle Case della Comunità: sappiamo tutto o quasi della costruzione, ma di cosa ci sarà dentro e di come funzioneranno non sappiamo proprio nulla. Come vogliamo essere protagonisti nelle Case della Comunità? E poi bisogna fare un altro ragionamento importante sulle reti della Medicina Generale, perché le Case della Comunità saranno la testa, ma la base? Sulle reti e su come possiamo collaborare tra di noi medici di famiglia, dobbiamo avere le idee chiare». Si ragionerà, allora, anche sulla prossimità delle cure, sulle funzioni delle AFT, sulle cure primarie per la cronicità e la sanità d’iniziativa e sulla realizzazione dei microteam nella Medicina Generale.

(Per info su questo gruppo: cristianosamueli@gmail.com).


Fisco, qualità e sicurezza saranno, invece, i temi al centro delle analisi del quinto gruppo di lavoro. «Ci occuperemo – ha spiegato il referente Stefano Rigo – delle problematiche fiscali del medico di Medicina Generale. Un argomento molto complesso… Per darvi un’idea: ci sono voluti 3 anni per far capire alla Agenzia delle Entrate che non siamo equiparabili ad altri tipi di professionisti, come ad esempio i dentisti. Per non parlare di IRAP, di studi di settore e di altre varie assurdità».

Il workshop approfondirà in particolare 2 ambiti della fiscalità: da un lato la conduzione efficace dello studio del medico di famiglia, dall’altro il medico di famiglia come contribuente. Analizzerà, ad esempio, i risvolti fiscali negli acquisti dei materiali e dei dispositivi utili all’attività quotidiana dell’ambulatorio e nella gestione del personale amministrativo e infermieristico. Si occuperà poi degli standard di qualità e di sicurezza per il lavoro negli studi, di contratti, del documento di valutazione dei rischi, dello smaltimento dei rifiuti speciali, dell’obbligo del POS per i pagamenti, di ruolo unico e di forme aggregate degli studi professionali.

«È ora – ha aggiunto il coordinatore – che il medico di famiglia capisca la particolarità della sua condizione. Deve capire se e quando fare certi investimenti e come interagire nel modo corretto con il commercialista. Vorremmo anche darvi indicazioni utili per essere esenti da contestazioni e sanzioni. Per farvi dormire, insomma, sonni tranquilli». (Per info su questo gruppo: stenor1@alice.it).


Di formazione e organizzazione di eventi si occuperà, invece, il sesto workshop, guidato da Marco Codato. «Il nostro – ha subito chiarito il referente – sarà un gruppo trasversale che approfondirà tutti gli spunti che arriveranno dagli altri gruppi di lavoro. Il nostro obiettivo è trovare uno strumento per dialogare in modo efficace con gli iscritti e creare momenti di confronto con loro. Vogliamo produrre eventi e materiale informativo non tanto sugli aspetti clinici, già ampiamente trattati da altri, quanto proprio sugli aspetti legati alla professione, alla sua concretezza quotidiana. Vorremmo arrivare a creare modalità e prassi condivise, nel massimo rispetto dell’autonomia di ognuno, non per omologarci, ma per riuscire a lavorare in modo corretto tutti insieme, in maniera compatta. Questa è la chiave per riscattarci e diventare credibili».

Tra i temi che saranno approfonditi, quelli inerenti la tutela della professione – dalle assicurazioni alle normative, dalla protezione dei dati all’ENPAM – le strategie per migliorare l’uso degli strumenti a disposizione del medico di famiglia, la formazione sulle tecnologie (ecografia, spirometria, holter pressorio ad esempio), le pratiche quotidiane per tutelare i medici di Medicina Generale nei confronti delle spinte regionali e aziendali. «L’obiettivo di questo gruppo – ha concluso il dottor Codato – è non farci sopraffare da temi molto complessi e a volte anche disarmanti. Vogliamo aiutare i colleghi nella loro vita quotidiana con piccole prassi e indirizzi condivisi».


Per stare al passo con i tempi, non possono ovviamente mancare nelle analisi l’intelligenza artificiale e le nuove tecnologie al servizio del medico di famiglia, di cui si occuperà il settimo gruppo di lavoro, guidato da Enrico Peterle e da Marta Grandesso. Un workshop in cui si proverà a definire l’ambulatorio 2.0 del medico di Medicina Generale, dall’evoluzione dei gestionali alla diagnostica smart, per accelerare i percorsi decisionali del professionista e offrire ai pazienti funzioni e servizi diagnostici e terapeutici utili ed efficaci, capaci di resistere ai competitor sul territorio, ad esempio la farmacia dei servizi. Il gruppo di lavoro si occuperà anche dell’organizzazione e della sostenibilità economica che queste innovazioni comporteranno. (Per info su questo gruppo: enpeterle@gmail.com).


Più declinato, infine, sulla qualità di vita del medico di famiglia l’ottavo e ultimo gruppo di lavoro, nella convinzione che un professionista sereno e soddisfatto svolga molto meglio anche il suo lavoro con i pazienti. «In questo gruppo – ha spiegato la referente Manuela Berto, accompagnata da Claudia De Rossi e Jacopo Scaggiante – ci occuperemo di tempo libero, qualità di vita, ambiente e sostenibilità. Vorremmo, ad esempio, condurre un’indagine tra i colleghi per capire come percepiscono il loro vissuto e che cosa desiderano. Partire dai loro spunti per trovare risposte pratiche e operative che ne migliorino la vita sia in ambulatorio, sia nel tempo libero. Pensiamo, ad esempio, che si possano definire convenzioni e collaborazioni con enti o associazioni sportive e culturali e offrire occasioni ricreative e di svago».

Il gruppo di lavoro si occuperà anche, tra l’altro, di promuovere tra la popolazione la consapevolezza delle tante attività che il medico di famiglia svolge, della tutela della maternità e della paternità dei giovani colleghi, della gestione della malattia, delle ferie e delle sostituzioni, «che sono sempre più difficili», e del rinnovo del percorso di formazione in Medicina Generale.


Tanti, insomma, i temi trasversali: i gruppi lavoreranno in modo separato, ma parallelo, senza trascurare il confronto tra loro e con le realtà del territorio. Un’occasione davvero unica in cui l’esperienza di ciascuno può fare la differenza, diventare il motore per il cambiamento della professione.

«Il bello di questa idea – ha concluso il segretario Giuseppe Palmisano – è che questi gruppi non sono a compartimenti stagni, ma si intersecano, devono dialogare tra loro, confrontarsi. È un’idea in cui crediamo, un bel modo per andare avanti insieme, supportandoci e dandoci coraggio. Vedere generazioni diverse che si confrontano è un arricchimento: abbiamo bisogno di chi ha il coraggio di sognare e di volare e di chi ci riporta con i piedi per terra». Per chiunque avesse voglia di rimboccarsi un po’ le maniche e lavorare per il bene comune, le porte di Innova_FIMMG sono spalancate.


In allegato le slide con la presentazione generale del progetto Innova_FIMMG e dei singoli workshop, messe a disposizione dai referenti che ringraziamo.

Il segretario Giuseppe Palmisano presenta Innova_FIMMG

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