Audizione FIMMG in Consiglio Regionale
Scassola: «Aperti al confronto, ma in un contesto di sicurezza per tutti»

Rilancio della collaborazione e del confronto con la Regione, «per delineare gli orizzonti strategici nello sviluppo della politica sociosanitaria, con particolare riguardo alla medicina sul territorio e all'assistenza primaria». Ma anche protezione nel lavoro e tutele garantite in particolare per i giovani medici di famiglia, tutele che si trasformano di conseguenza in sicurezza per le persone che vengono assistite e curate.
Queste le principali istanze illustrate dal segretario regionale e provinciale FIMMG Maurizio Scassola, sentito ieri, martedì 10 maggio 2022, in audizione con gli altri sindacati dalla quinta Commissione consiliare regionale per discutere, tra le altre cose, del provvedimento proposto, e poi bloccato, in Consiglio la scorsa settimana per aumentare il massimale di assistiti ai colleghi ancora in formazione in medicina generale.
«Un intervento efficace ed appassionato – ha spiegato il segretario alla fine dell’incontro – in cui ho cercato di trasmettere anche un po’ di emotività e di motivazioni. Siamo consapevoli, e lo abbiamo denunciato spesso, del problema della carenza di medici sul territorio: siamo aperti a discutere dell’aumento del numero di pazienti a carico dei giovani colleghi, ma in un contesto di sicurezza per tutti e di formazione».
Il che, tradotto, significa, ad esempio, creare un modello organizzativo protettivo per i colleghi e affiancare ai giovani i tutor, che al momento non ci sono e che vanno, dunque, reclutati e formati. Tutor che per la conformazione territoriale del Veneto “a popolazione dispersa” non potranno essere sempre fisicamente presenti vicini ai medici, ma che dovranno essere sempre disponibili in via telematica per supportarli e indirizzarli «perché la parte clinica – ha aggiunto il segretario FIMMG – burocratica e amministrativa è molto delicata e li espone a gravi responsabilità. Non bisogna fare fughe in avanti: la formazione resta fondamentale e non può essere bypassata».
L’incontro, però, è stato anche l’occasione per ribadire alla Regione l’amarezza provata in questi lunghi mesi per i tanti silenzi della politica, nonostante i continui appelli, per l’assenza in più occasioni di un confronto costruttivo e la mancanza di appositi tavoli tecnici in cui affrontare le questione emergenziali. «I rapporti con le organizzazioni sindacali – ha sottolineato in aula Scassola – devono essere fondati su una stretta e continua comunicazione e pianificazione degli obiettivi, su un’analisi accurata nella riorganizzazione dei servizi e delle responsabilità correlate, sulla condivisione dei percorsi formativi. Riteniamo che questa pianificazione strategica sino ad ora non ci sia stata, lasciando spazio a incomprensioni e ad accelerazioni che hanno impedito una serena, tempestiva ed efficace pianificazione delle attività».
La speranza, insomma, è che arrivi finalmente il tanto auspicato cambio di passo, anche senza aspettare le decisioni a livello nazionale sulla riforma della medicina generale e dell’assistenza primaria, che vanno molto a rilento.
«Il problema – ha concluso il dottor Scassola – non sono i giovani, ma il sistema di sicurezza delle cure e l’organizzazione. Quello che stiamo facendo è garantir loro una cornice protettiva, senza svilirne il ruolo e l’autonomia. E, per favore, finiamola di chiamarli “dottorini”: sono medici a tutti gli effetti, non sminuiamone la professionalità».