Green pass, il no della FIMMG Veneto
«Rifiutiamo ulteriori oneri burocratici che mortificano le relazioni di cura»

Il rilascio del green pass da parte dei medici di famiglia è soltanto l'ultimo di una serie di atti impropri con cui la politica vuole restringere l'autonomia della medicina generale, relegandola a un ruolo meramente amministrativo che mortifica le relazioni di cura con le persone.
Ancora una volta il medico di medicina generale è visto come colui su cui scaricare ogni problema e ogni incombenza, il professionista sempre disponibile a svolgere qualsiasi tipo di compito.
La stampa del green pass è l'ennesimo onere puramente burocratico – dato che il medico di famiglia non dà alcun valore aggiunto dal punto di vista clinico – che distrae il professionista dal proprio lavoro. Una prospettiva inaccettabile, che rifiutiamo.
In un periodo pandemico ancora pieno di incertezza, sono altri i ruoli che devono svolgere i medici di medicina generale: devono offrire il loro massimo impegno in particolare nei campi della prevenzione, della cura delle cronicità e dell'assistenza sociosanitaria alle persone fragili.
La FIMMG Veneto, in piena sintonia con la politica della FIMMG nazionale, non intende partecipare a questa attività burocratica e impropria, ma si impegnerà con sempre più forza nella cura della nostra popolazione. Dopo essere stati a disposizione per il tracciamento dei positivi, i tamponi e le vaccinazioni, ora i medici di medicina generale hanno la necessità di recuperare la continuità nella loro attività clinica e assistenziale.
Crediamo fortemente, infine, che i limiti del sistema portati alla luce da questa pandemia possano e debbano diventare un’occasione per riproporre alla politica una vera riorganizzazione della medicina generale e delle cure primarie sul territorio: oggi più che mai è urgente e necessario rimodellare il ruolo e le funzioni fondamentali del medico di famiglia, rendendo le cure territoriali più efficaci, moderne e vicine ai cittadini.
Maurizio Scassola, segretario FIMMG Veneto