Procede, senza troppi scossoni, nella direzione indicata dal precedente Accordo Collettivo Nazionale l'Atto di indirizzo per il rinnovo della convenzione dei medici di famiglia (ACN 2019-2021) licenziato il 20 gennaio 2023 e che guiderà le trattative in SISAC con le organizzazioni sindacali. In attesa, insomma, della tanto sperata riforma normativa delle cure territoriali, poco cambierà per gli MMG perché già l'ACN 2016-2018 aveva implementato la riorganizzazione della Medicina Generale attraverso "l’attuazione del modello assistenziale definito dalla legge che prevede l’adesione di tutto il personale convenzionato alle forme organizzative monoprofessionali (AFT) e a quelle multiprofessionali (UCCP), variamente ridenominate sul territorio nazionale, che consentiranno l’attività aggregata a vari livelli di medici, pediatri e specialisti".
Il presupposto, insomma, è che il medico di famiglia non può più lavorare da solo: "l'operatività individuale e isolata infatti - si legge nel documento - nonostante l'impegno dei singoli, pone limiti organizzativi, tecnici e strutturali". Le organizzazioni mono e multiprofessionali, invece, "consentiranno l’attività aggregata a vari livelli di medici, pediatri e specialisti, per garantire la presa in carico dell’assistito e la risposta continua ai bisogni di salute".
Nella logica dei finanziamenti legati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), nello sviluppo del modello assistenziale le AFT e le UCPP potranno contare sulla fornitura di personale ma "con priorità per le forme organizzative operanti nelle Case di Comunità ovvero dei medici operanti nelle aree disperse o disagiate, e di strumenti diagnostici assegnati ai sensi del DM 29 luglio 2022".
Le linee guida su cui si baseranno le trattative definiscono poi anche il ruolo unico di assistenza primaria dei medici nella nuova organizzazione, la loro attività oraria, le zone carenti - "attesa la difficoltà di copertura delle zone carenti, le Regioni possono favorire l’accettazione dell’incarico incentivando anche la disponibilità del medico alla continuità assistenziale o agevolando l’apertura dello studio" - la disponibilità delle risorse economiche, con aumenti promessi di circa il 3,8%.
«Speriamo che la trattativa - aveva commentato il segretario nazionale FIMMG Silvestro Scotti alla pubblicazione dell'Atto di indirizzo - sia quanto più possibile rapida e costruttiva, nell'interesse dei cittadini, che hanno quanto mai bisogno di una Medicina Generale ancora più efficace, attrezzata e capillare, e dei medici, se sarà possibile inserire nella discussione meccanismi di semplificazione burocratica e di recupero del tempo di cura».