Un anno di grandi cambiamenti in FIMMG Venezia, a partire dalla leadership, virata nel marzo scorso nelle ultime elezioni verso un deciso ricambio generazionale. Ma anche un anno di grande slancio sul fronte della formazione per gli iscritti, con tantissimi incontri e webinar organizzati, e delle importanti trattative in corso in particolare con l’Ulss 3 Serenissima per ridisegnare le cure territoriali nell’immediato futuro.
L’occasione per fare il punto delle attività è stata l’Assemblea Provinciale degli iscritti convocata lo scorso 13 dicembre nella sede dell’Ordine veneziano dei Medici Chirurghi e Odontoiatri a Mestre. Ad accogliere i partecipanti il presidente di FIMMG Venezia Malek Mediati, anche presidente onorario di FIMMG nazionale, che ha subito messo in guardia i colleghi sull’idea, che di nuovo sta tornando, della dipendenza dei medici di famiglia. «Siamo riusciti a tamponarla – ha aggiunto – ma ci sono 3 regioni che la vogliono a tutti i costi, tra queste anche il Veneto con il Lazio e l’Emilia Romagna. Non so cosa abbiamo fatto di male...».
Quindi l’augurio al segretario provinciale Giuseppe Palmisano, impegnato su molti fronti, «di reggere il peso, la croce di questa attività e di riuscire a trovare tutto l’equilibrio necessario per gestire a lungo questo ruolo molto importante. Ne abbiamo davvero bisogno. Che l’adrenalina non ti manchi mai».
Proprio il segretario, dunque, dopo aver annunciato le imminenti elezioni regionali, in programma a gennaio dopo le feste, e aver sottolineato la latitanza della politica sul fronte dell’Accordo Integrativo Regionale, le cui trattative non sono ancora state avviate, ha poi passato in rassegna le attività e le novità introdotte dall’avvio del suo mandato, nell’aprile scorso:
Spazio poi anche alle prossime tappe, alle sfide per il 2025. La più importante: la sperimentazione, che dovrebbe durare 6 mesi, delle AFT e delle Case della Comunità del Lido e di Noale, ormai quasi pronte a partire, con la preparazione di un documento guida su tutti gli aspetti organizzativi, documento che potrebbe essere il primo del genere in Italia. Ma anche il potenziamento del lavoro in team, della formazione (alcuni appuntamenti sono già fissati in agenda), la figura del referente dell’AFT tutta da delineare «e che avrà molte gravose incombenze», il benvenuto alla nuova segretaria amministrativa Giulia Naletto che da gennaio sostituirà Renzo e il suo impegno decennale in FIMMG Venezia.
«Sono stati – ha sottolineato il segretario Palmisano – mesi intensi. Ma è stato un lavoro di squadra, duro. Ci sono state tante tensioni, ma ci stanno: i cambiamenti, le diverse visioni, i diversi modi di procedere portano tensioni. Io credo nel cambiamento. Non possiamo andare avanti così. Abbiamo troppe criticità, dobbiamo cercare di migliorare dove si può».
È spettato poi ai due fiduciari dell’Ulss 3 Serenissima per il veneziano e la Riviera del Brenta, Cristiano Samueli e Luca Barbacane, sviscerare i dettagli del tavolo tecnico che, nell’ambito della riorganizzazione delle cure territoriali, FIMMG Venezia sta affrontando con l’azienda sanitaria per la sperimentazione delle AFT e delle Case della Comunità al Lido e a Noale. «Noi siamo stati chiari – ha spiegato il segretario Palmisano – non andiamo lì per fare codici bianchi. I principali utenti saranno legati alla cronicità, ormai una piaga sociale a cui bisogna cercare di dare risposte».
«Questa sperimentazione – ha esordito Cristiano Samueli – è davvero molto complessa: ormai siamo arrivati a 6 incontri con l’azienda sanitaria. Quando il direttore ci ha chiamati non aveva la minima idea di come organizzare le nuove strutture… Per noi, dunque, era un’occasione, una grande opportunità: governare la situazione, senza subire scelte altrui. Così, confermando il nostro spirito di collaborazione, abbiamo accettato di ragionarci sopra insieme. Il DM77 e il PNRR si occupano solo di mattoni: tutto il resto, organizzazione e gestione del personale, non è descritto da nessuna parte. Il nostro obiettivo è farci lavorare tutti meglio, in piena tutela e sicurezza».
La domanda da cui si è partiti è: che funzione avrà la Medicina Generale all’interno delle nuove strutture? «Noi riteniamo – ha spiegato il fiduciario – che prima di parlare di Case della Comunità, bisogna ragionare sulle AFT. Le Aggregazioni Funzionali Territoriali sono prettamente nostre: è importantissimo che funzionino altrimenti la Casa della Comunità rischia di essere travolta e di diventare un Pronto Soccorso».
Le due aree scelte per la sperimentazione sono emblematiche perché rappresentano i modelli ad alta e a bassa densità abitativa: una zona, Noale, in cui le cure territoriali sono più organizzate e una, l’isola del Lido, in cui c’è molta dispersione sia di pazienti sia di ambulatori perché sono quasi tutti studi di medici singoli. Il documento che si sta mettendo a punto al tavolo tecnico, allora, prevede una segreteria di AFT con fronte office di triage, per coprire i “buchi” di orario degli ambulatori e dare una risposta immediata al bisogno di salute del cittadino, gli studi medici di AFT, che funzioneranno da primo filtro (le AFT da secondo) e il coordinamento svolto dal referente di AFT, cioè colui che gestirà i rapporti di tutti i medici dell’AFT.
Tanto per fare qualche esempio pratico i medici di famiglia a Noale sono 27, tutti organizzati tranne uno in medicine di gruppo, al Lido, invece, sono solo 12. «A Noale – ha aggiunto il dottor Samueli – se tutti i colleghi aderiscono, e la scelta sarà libera, senza nessuna costrizione, faranno in Casa della Comunità un turno di 6 ore ogni 3 settimane. Al Lido invece la situazione è più difficile perché i medici di Medicina Generale sono pochi. Bisognerà farne arrivare anche dalle zone limitrofe».
«Questa sperimentazione – ha aggiunto Luca Barbacane – è un’ipotesi, un’idea, un laboratorio. Poi solo provando a mettere in atto le azioni si capirà l’efficacia del meccanismo. L’esperimento durerà 6 mesi in cui raccoglieremo i marcatori di prestazioni per fare alla fine una sintesi di ciò che funziona e ciò che non funziona».
Dagli ambulatori singoli sul territorio, passando per la rete delle AFT, si approderà alle Case della Comunità a cui, comunque, i medici di Medicina Generale dovranno dedicare del tempo. «In queste strutture però – ha spiegato ancora – potremmo usufruire della diagnostica, si potranno fare radiografie e test basilari, ci saranno elettrocardiografi e spirometri, telerefertazione, specialisti di riferimento. Per noi sarà un modo diverso di lavorare che aumenterà la nostra professionalità, rendendo anche la nostra attività più attrattiva per i giovani colleghi».
L’AFT, insomma, assume un ruolo primario nella riorganizzazione delle cure territoriali, «è la medicina del territorio – ha detto il dottor Barbacane – che governa davvero il territorio. Ma questa esperienza avrà successo solo se noi riusciamo a stringerci insieme, a unirci tra di noi. È una sfida che va affrontata».
Tra le peculiarità della nuova esperienza ci saranno gli ambulatori di comunità, l’incremento delle cure a domicilio, l’attenzione a quelle palliative, la semplificazione della modulistica e la deburocratizzazione. «A livello nazionale si fa una cornice – ha concluso il presidente
Malek Mediati – a livello regionale si decidono i modelli.
Riusciremo a fare questa sperimentazione? Se i medici scoppiano, se non ce la fanno, la sperimentazione
si ferma, nessuno ci obbliga ad andare avanti. Ma questo territorio è nostro e dobbiamo
trovare il modo per governarlo. Dobbiamo fare qualcosa che possa servire ai cittadini e a noi, dobbiamo darci
questa possibilità».